Una ripartenza sprint quella di Magni TH che ha messo in campo uno sforzo a tutto tondo per riportare alla normalità i dipendenti, la produzione e aiutare i clienti a tornare operativi in piena sicurezza e al top per prestazioni.
Lo apprendiamo in questa intervista rilasciata da Maria Benassi, Responsabile Marketing e Comunicazione dell’azienda emiliana. E dalle dirette parole di alcuni suoi colleghi.
Il 4 maggio avete ripreso l’attività aziendale. Quanti siete in azienda e come avete organizzato la ripresa, sia dal punto di vista gestionale che della produzione?
Maria Benassi: Siamo quasi in 200 e l’azienda è riuscita a mettere in pista, a tempo di record, misure di sicurezza e modalità di lavoro assolutamente efficienti. Gli investimenti sono stati ingenti, così come lo stravolgimento alla struttura e alla pianta originaria del nostro sito produttivo. Infatti per garantire le distanze tra una postazione e l’altra sono state create nuovi spazi dedicati ad ufficio e molte sale riunioni riconvertire a ufficio. Tutte le scrivanie sono state munite di plexiglass e gel sanificante.
Tutte le sera due imprese specializzate sanificano gli ambienti e per dar loro la possibilità di lavorare con maggior tempo abbiamo modificato l’orario lavorativo, accorciando la pausa pranzo. Quest’ultimo ci viene consegnato direttamente in sede da un ristorante con cui è stata siglata una convenzione. Questo per quanto riguarda gli impiegati, mentre per i colleghi in linea di produzione e montaggio è stata montata una tensostruttura nell’area cortiliva adiacente il capannone, adibita a mensa con postazioni individuali intervallate dai classici plexiglass protettivi.
Ogni mattina ci viene provata la temperatura per mezzo di una telecamera termica, e ci vengono forniti guanti e mascherina mono uso. La produzione è organizzata in turni, riuscendo così a garantire le distanze ed aree di affollamento.
Quali sono i problemi maggiori che avete affrontato e quali strategie avete messo in atto per risolverli?
Maria Benassi: Credo che le maggiori difficoltà siano legate alla paura e all’incertezza che il mercato sta manifestando. La voglia di ripartire è tanta, e non solo a livello aziendale. La necessità di trovare una nuova normalità si sta facendo sentire molto, e credo che come in ogni dopo guerra (perché si, questo periodo lo paragono a un ’45, c’è bisogno di ricostruire e non solo a livello economico ma e soprattutto a livello psicologico e sociale) dobbiamo cercare di ricucire gli strappi nel tessuto sociale, a reintegrare chi per eccessivo isolamento, paura, timore, sconforto o addirittura paura verso il prossimo si è chiuso in se stesso. Sicuramente questa è la grande occasione del digitale, spero ci sia la fantasia e la volontà di percorrere strade differenti che ci tengano in connessione ma non più distanti e lontani.
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LA PAROLA A… STEFANIA VECCHI, BACKOFFICE MAGNI TH
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Confrontandosi sia con i vostri fornitori che con i vostri clienti come vi aspettate che il mercato riparta dopo la forzata sospensione?
Maria Benassi: Il mercato sta aspettando segnali forti, ognuno guarda quello che fa il proprio vicino per riuscire forse a fare sistema perché come si sa l’unione fa la forza. Ci sono diverse realtà più piccole che hanno fortemente subito questo prolungato stop, aziende che purtroppo non apriranno più e noi siamo un tessuto produttivo fatto di piccole e medie realtà familiare. Il mercato ripartirà e ci sarà una forte impennata come sempre, con una prima fase di euforia; ma bisogna stare attenti ai cali fisiologici che si presenteranno perché quando si subisce un arresto così violento è difficile che l’apparato produttivo e tutti i cicli di approvvigionamento aziendale riprendano con un flusso virtuoso. Questo perché un po’ per mancanza di cash flow un po’ per le incertezze dei mercati internazionali si tende a essere sempre più cautelativi e ridurre al minimo il rischio imprenditoriale. Lo stato ha fatto quello che poteva ma non è stato sufficiente per garantire una continuità regolare e questo ha portato a situazioni difficili da gestire. Non tutte le realtà sono state ricettive nei confronti dello Smart Working non credendo in fondo all’empowerment dei propri dipendenti. Sono opportunità che vanno colte, ed il mercato alla fine altro non siamo che tutte noi azienda messe insieme a fare sistema. Quindi sta a noi decidere cosa fare e fare la nostra parte, per bene – come si diceva una volta!
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LA PAROLA A… ANDREA MARROCCOLO, PRODUCT SUPPORT MAGNI TH
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Avete intenzione di mettere in atto alcune strategie particolari a sostegno della vostra rete vendita/dei vostri clienti?
Maria Benassi: Per il momento noi stiamo continuando a vendere e cercare di cogliere i segnali dal mercato per provare a intercettare bisogni o esigenze differenti. Sicuramente il periodo è difficile, vuoi per l’accesso al credito, vuoi per la mancata liquidità di certe aziende e così si interviene dilazionando i metodi di pagamento o provando a fare credito. Si tratta di instillare fiducia nel mercato ed in primis a fidelizzare clienti e concessionari, credere in una loro ripresa che è strettamente connessa alla nostra.
La gestione della crisi da parte delle Istituzioni italiane. Chi vorreste seduto sulla poltrona di Palazzo Chigi nei prossimi mesi?
Maria Benassi: Riccardo Magni. Imprenditorialità, voglia di fare e pura passione italiana. Un cocktalil che a mio avviso renderebbe “ebbre” diverse realtà produttive dal nord al sud. E perché no, con il nostro 95% votato all’export potrebbe essere una soluzione perfetta anche per tornare ad acquistare credibilità e forza contrattuale non solo all’interno della CE ma in tutto il mondo.
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LA PAROLA A… ALESSANDRO PASTORELLI, SERVICE MANAGER MAGNI TH
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La gestione della crisi da parte dell’Unione Europea.
Maria Benassi: Sicuramente vi è stata una disparità nel senso di differenze di gestioni abissali. Basta guardare l’organizzazione della Cancelliera tedesca e l’apertura dei paesi nordici che hanno deciso da subito di fare immunità di gregge. Noi invece titubanti all’inizio e decisamente severi nella gestione dell’emergenza perché forse non siamo riusciti ad arginarla sin dall’inizio ma questo per ragioni culturali e sociali. Siamo un popolo che evita le regole, a cui le imposizioni fanno prurito. E così per noi la quarantena è stata pesante come due sere consecutive a cena con la suocera! Diversità anche nella scelte politiche di apparire e di dare messaggi: la regina Elisabetta ha sempre cercato di rincuorare i suoi sudditi mentre Trump ha ruggito di iniettarsi amuchina in vena.
Scherzi a parte, credo che il quadro sia stato variegato e multiforme ma il merito va alle donne a capo di Stati perché negli stati governati da quote rosa il contenimento della pandemia è stato evidente. E si tratta di numeri. E non di pure sostegno alla categoria più “debole”, che debole non è. Per niente.
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LA PAROLA A… MARIA BENASSI, RESPONSABILE MARKETING e COMUNICAZIONE MAGNI TH
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