La transizione energetica è ormai un fatto ineludibile (per fortuna, aggiungiamo!). Ma in molti dubitano che le nuove propulsioni, e in particolare quelle elettriche, possano fare fronte alle cosiddette applicazioni heavy duty. I trasporti eccezionali sono una di queste mission, dove la transizione si sta spostando più sull’introduzione di carburanti alternativi come biodiesel, HVO e LNG, in grado di garantire potenze e autonomie in linea con i parametri tradizionali offerti dalle alimentazioni diesel.
Ma il recente trasporto operato da Mammoet di cui stiamo per scrivere potrebbe segnare un primo passo per una transizione energetica verso l’elettrico anche nei trasporti eccezionali.
Mammoet sostituisce il reattore di un impianto chimico utilizzando esclusivamente SPMT elettrici
Il trasporto in questione è avvenuto presso un impianto Shell dove era necessario sostituire un reattore chimico. Per eseguire la rimozione è stato utilizzato un convoglio SPMT composto da 4 linee d’assi, mosso esclusivamente da un’unità ePPU che Mammoet ha sviluppato in collaborazione con Scheuerle. proprio la Committenza ha chiesto che la sostituzione venisse eseguita mantenendo il più basso impatto ambientale possibile. Si trattava quindi di un’occasione unica per testare la nuova tecnologia ePPU sviluppata appunto con l’obiettivo di sostituire la normale propulsione endotermica degli SPMT con un’alimentazione completamente rinnovabile, come è appunto quella elettrica.
A complicare ulteriormente le cose sono stati gli spazi a disposizione per le varie manovre, estremamente ristretti. Per questo motivo il convoglio SPMT che doveva allontanare il vecchio reattore e portare quello nuovo in posizione per il sollevamento finale scelto da Mammoet era composto da soli 4 linee d’assi, estremamente compatte, cui il pacco ePPU posizionato a un’estremità fungeva non solo da sistema di propulsione, ma anche da contrappeso per bilanciare il peso dei reattori una volta in posizione di trasporto.
L’utilizzo dell’ePPU ha fornito importanti vantaggi al progetto
“L’ePPU è un passo davvero importante nel modo in cui supportiamo i nostri clienti con progetti di decarbonizzazione” ha spiegato Ludo Mous, Direttore delle Operazioni di Mammoet Europe. “Ma in questo caso, i vantaggi non si sono limitati solo a un contenimento delle emissioni di anidride carbonica. Siccome le operazioni di spostamento si sono concentrate in aree estremamente ristrette, l’uso di una propulsione normale avrebbe significato esporre i nostri operatori a una quantità di emissioni nocive troppo concentrata, cosa che avrebbe richiesto la messa in atto di una serie di azioni di protezione e contenimento dei fumi. Utilizzando la propulsione ePPU, abbiamo eliminato completamente questo problema, creando al contempo un ambiente di lavoro molto più silenzioso”.
Il successo di questo trasporto eccezionale eseguito con l’uso di SPMT full electric segna per Mammoet e il settore dei trasporti eccezionali in generale l’inizio di una nuova, entusiasmante era. Sebbene ci sia ancora del lavoro da fare per garantire che l’energia elettrica sia sufficiente per l’uso di convogli SPMT su larga scala, la tecnologia ePPU è ora collaudata e pronta per essere implementata in una più ampia gamma di lavori in tutto il mondo.
“Siamo lieti che l’ePPU abbia funzionato come ci aspettavamo” ha concluso Mous. “Ci aspettiamo che la domanda di trasporti eccezionali green divenga elevata in futuro, in particolare per i progetti che cercano soluzioni più sostenibili o in cui le emissioni devono essere ridotte al minimo per motivi di sicurezza, come progetti civili che si svolgono all’interno di tunnel o lavori all’interno di impianti nucleari”.