Dall’ambito petrolchimico al civile, dall’industria all’ambito navale, i martinetti idraulici sono elementi molto versatili, che necessitano di un corretto sistema di applicazione. Parte integrante delle attrezzature Autovictor, rappresentano la soluzione perfetta nella movimentazione di grandi pesi che necessitano una precisione elevatissima.
Come spiega Alessandro Gino, direttore operativo di Autovictor, i martinetti idraulici sono un sistema di sollevamento non convenzionale utilizzato quando serve un’elevata capacità in termini di tonnellaggio e necessita un notevole supporto ingegneristico.
“L’utilizzo del martinetto” spiega Gino “presuppone sollevamento e movimentazione di pezzi pesanti, in genere portati in sito con trasporti eccezionali, per poi essere traslati e posizionati in modo definitivo. Spesso si tratta di elementi che hanno minime tolleranze di posizionamento assicurabili solo dall’utilizzo di martinetti”.
Autovictor si affida a Enerpac, colosso del settore martinetti idraulici. L’attuale gamma Autovictor è composta da una batteria di 20 martinetti da 250 t ognuno; da 16 martinetti da 150 t ognuno; e da 6 martinetti 100 t cadauno. Sono inoltre in prossima consegna ulteriori 8 martinetti da 150 t. Questi ultimi sono un nuovo modello a doppio effetto che permette di controllare sollevamento e discesa. La gamma include attrezzature speciali sotto le 100 t.
Per azionare i martinetti, utilizzabili in batterie omogenee e miste, Autovictor utilizza una centralina Enerpac Evo a 24 uscite. Il tutto è gestito tramite il PLC della centralina.
“La gestione dei sollevamenti con i martinetti idraulici”, riprende Alessandro Gino, “è affidata a una squadra di 2/3 persone, e il lavoro si divide in 3 fasi: montaggio attrezzatura e messa in opera, utilizzo tramite PLC, e fase di smontaggio”. Anche nell’utilizzo dei martinetti idraulici risalta la preparazione tecnica del personale Autovictor, altamente specializzato e preciso.
Tra i più recenti lavori Autovictor che hanno visto l’utilizzo dei martinetti, spicca il progetto Saipem FDS, completato a Genova dai cantieri San Giorgio del Porto, che ha comportato una spinta di 2.000 t per sostenere la poppa di una nave posatubi della società italiana.
La nave, nella sezione di poppa presenta un rigger per la posa dei cavi in mare.
Per affrontare la manutenzione all’interno del bacino di carenaggio è stato utilizzato un sistema alternativo con martinetti idraulici. Senza sbarcare il rigger e man mano che veniva tolta acqua nel bacino di contenimento, si spingeva con i martinetti in verticale su due puntoni per ricreare la spinta di galleggiamento dell’acqua sulla parte posteriore della nave. Tutto ciò ha permesso manutenzioni rapide e sicure.