Un autista è un autista. Poco importa se il suo veicolo trasporti un carico eccezionale, una cisterna ADR o merci più… tradizionali. Il suo ruolo resta cruciale e, di conseguenza, la sua salute. In questo crede profondamente MAN che da anni è impegnata in una campagna di sensibilizzazione degli autisti verso il prendersi cura del proprio stato di salute.
Un impegno partito dall’offrire visite gratuite e arrivato a un programma più strutturato quale quello in telemedicina, che propone a titolo gratuito agli autisti che volontariamente aderiscono, un periodo di monitoraggio costante di alcuni parametri vitali, quali pulsazioni, pressione e saturazione d’ossigeno.
Tra i primi ad aderire l’azienda bresciana Autotrasporti Riccardo Petrogalli, che opera a livello regionale sia nella distribuzione di prodotti petroliferi che di altri manufatti in genere.
Riccardo, seconda generazione insieme al padre Antonio alla guida dell’azienda nata nel 1955, ci racconta la propria esperienza con il progetto salute di MAN: “Come azienda rispettiamo rigorosamente le disposizioni di legge che però prevedono solo una visita annuale. Un po’ poco se si è in presenza di soggetti all’apparenza sani, ma che magari soffrono di ipertensione, non certo un disturbo raro con il lavoro che facciamo. Io stesso ho vissuto questa esperienza, scoprendolo quasi casualmente in un controllo qualche anno fa. Ecco perché ho aderito con convinzione all’invito di MAN Truck & Bus Italia di partecipare al progetto ‘Quanto vale la tua salute?’ e caldeggerò l’adesione anche dei miei autisti, anche se li ho trovati un po’ titubanti all’idea dei controlli di pressione e saturimetria la mattina e la sera. Un po’ li capisco: se inizi la giornata lavorativa alle tre del mattino, nel pomeriggio quando ti fermi non vedi l’ora di riposare; e poi con tutte le incombenze che comporta il patentino ADR hanno quasi un corso di aggiornamento alla settimana. Per me è stato un po’ diverso perché, oltre a essere sensibile all’argomento, alterno alla guida il lavoro in ufficio e quindi è tutto più semplice. Però, quando si prende l’abitudine, le due semplici operazioni diventano normale routine e poi tenere l’Apple Watch al polso è anche trendy e tutt’altro che impegnativo, come un normale orologio!”
“Quando leggo il quotidiano cittadino” continua Riccardo Petrogalli, “mi capita spesso di vedere i necrologi e resto sempre sorpreso dalla presenza di persone dai 50 ai 60 anni o poco più. È un dato di fatto che lo stress della vita moderna, ulteriormente amplificato per un autista professionale sempre nel traffico e con ritmi di lavoro serrati, ci pone di fronte a svariati rischi dove quelli cardiovascolari, o detto più semplicemente il rischio di infarto, sono tra i principali. Basterebbe questa semplice considerazione per accettare con convinzione di partecipare al progetto sperimentale creato da MAN Truck & Bus Italia, ma mi rendo conto che spesso, un po’ per pigrizia, un po’ per paura di scoprire che si potrebbero avere dei problemi, si preferisce far finta di niente. Una negligenza che potrebbe essere fatale, per sé stessi ma anche per tutti coloro che si trovano sulla strada in quel momento. Noi autotrasportatori abbiamo un dovere nei confronti della società: non solo tutelare noi stessi, ma anche tutti coloro che si muovono attorno ai nostri camion. E purtroppo anche sotto questo aspetto le notizie di cronaca raccontano spesso di incidenti legati al malore del conducente”.